Ne ha parlato all’incontro “Il risveglio dell’umano. Racconti di esperienze di costruzione in tempo di pandemia” proposto in videoconferenza dal Centro culturale Don Francesco Ricci-La Bottega dell’Orefice l’8 giugno, dove sono intervenuti anche il vescovo, mons. Livio Corazza, e il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini. Il sacerdote ha ricordato che “per i detenuti l’emergenza covid ha fra l’altro comportato la sospensione dei colloqui con i parenti, delle attività di gruppo, del catechismo, degli incontri di preghiera, delle funzioni religiose, come pure l’impossibilità per i volontari di accedere ai colloqui individuali”.
E proprio la sospensione degli incontri con i familiari per molti detenuti ha significato carenza di indumenti e di prodotti per l’igiene, per ovviare alla quale il cappellano si è dato da fare. “Quando ho fatto presente agli amici questo bisogno – ha raccontato – sono state fatte tre raccolte fra un centinaio di famiglie che hanno preparato i pacchi”.
Diversi volontari sono passati a ritirarli e li hanno poi consegnati alla Casa circondariale per farli avere, attraverso il sacerdote, a chi aveva bisogno. Don Zannoni ha anche ricordato come in questi mesi difficili lo abbiano aiutato la lettera dei cappellani dopo i disordini accaduti in alcune carceri italiane nel marzo scorso, le frequenti telefonate di mons. Corazza, le tante persone, compresi i volontari, che lo chiamavano per chiedere se avesse bisogno, anche per portare aiuti alle persone dentro al carcere.
Per sopperire alla mancanza dei momenti di catechesi e delle messe, don Zannoni si è adoperato facendo arrivare regolarmente ai detenuti i testi delle omelie del Papa e le schede di preghiera preparate dalla Diocesi durante il periodo della Quaresima e della Pasqua. Il Venerdì Santo, inoltre, ha fatto una Via Crucis particolare nei corridoi del carcere portando la croce davanti alle porte delle celle. “La situazione di questi mesi – ha confidato il sacerdote – è stata prima di tutto un’opportunità per me di mettermi in gioco in una circostanza piena di bisogno”.
di Maria Depalma