Domenica 5 aprile, domenica delle Palme, apertura della Settimana Santa: per noi cristiani è ingresso nel mistero della nostra fede. Come gruppo di Ac parrocchiale, in accordo con il nostro assistente don Angelo Vianello, ci siamo sentiti di scegliere proprio questo giorno per fissare il nostro consueto incontro mensile. Come fare, però, in questo clima di emergenza, di lontananza, di imprevisti?
Come Gesù nel Vangelo manda i suoi discepoli a prendere un’asina ed il suo puledro per poter entrare a Gerusalemme e adempiere alle scritture, così anche noi ci siamo affidati ai mezzi moderni che la tecnologia ci offre dandoci appuntamento su skype.
È stato un modo inusuale di incontrarci dopo più di un mese. Con titubanza e un po’ di disagio ci siamo collegati, uno dopo l’altro, all’ora e nel luogo che avevamo fissato. Via via sono apparsi sui nostri monitor, nell’“isolamento” delle nostre case, i volti di coloro che fan parte della nostra bella famiglia associativa. È stata un’emozione poter scorgere, più o meno fugacemente, anche alcuni nostri piccoli acierrini, che han voluto venirci a salutare e a darci, nel loro modo unico e spontaneo, il benvenuto nella loro casa anche se solo virtualmente.
Il ritrovarsi, il parlarsi, il domandarsi “come va?” in questo tempo difficile e insolito ha permesso a ciascuno di distendersi, di “dimenticare” la particolarità della situazione e di sentirsi davvero in comunione gli uni con gli altri come se le distanze si fossero azzerate. Dopo questo scambio umano e fraterno, abbiamo deciso di iniziare il nostro incontro il cui tema non poteva essere più attuale:
“L’imprevedibile che risolve l’imprevisto”.
Ci siamo interrogati in merito a quanti e a quali imprevisti abbiano dovuto e debbano affrontare quotidianamente le nostre famiglie: problematiche che minano l’unità della coppia, che riguardano i figli (piccoli o grandi che siano), il lavoro, le scelte … fino a giungere al fatto più inaspettato che ci coinvolge tutti in questi giorni ossia l’emergenza coronavirus con le sue molteplici ricadute su svariati ambiti della vita. È di certo una delle situazioni che più ci sta destabilizzando: abbiamo paura per noi stessi, per i nostri cari, per i figli che magari già vivono da soli, per gli anziani, per coloro che si sono imbattuti in questo Covid-19 ed hanno dovuto vivere in isolamento e chi invece quest’isolamento è costretto a viverlo perché ha consacrato la sua vita a Cristo e alla Chiesa ed ora avverte maggiormente la solitudine e l’impotenza di fronte ai drammi della vita. Seguendo lo stile dell’Ac, dopo aver focalizzato i vari problemi, ci siamo lasciati “sconvolgere” dal Vangelo delle dieci vergini.
Ci troviamo in un tempo in cui l’olio che alimenta le nostre giornate si sta esaurendo. Siamo tutti costretti a rallentare, abbiamo un passo più pesante e incerto, ci sentiamo scarichi. Come affrontiamo tutto ciò? Lasciandoci trovare impreparati, a corto di mezzi, di motivazioni, di soluzioni come le cinque vergini stolte; oppure abbiamo saputo essere lungimiranti, fare scorta di “alimenti” buoni per la nostra vita, seguendo l’esempio e l’insegnamento di Gesù Cristo come hanno fatto le cinque vergini sagge?
Grazie al discernimento instillato in noi da questa pagina di Vangelo abbiamo avuto modo di ripensare la nostra vita con i suoi imprevisti come ad una opportunità, come l’occasione per trasformare anche ciò che sembra essere un semplice e triste ostacolo in una manifestazione della grazia di Dio e memoriale della Passione di Cristo che sa far nuove tutte le cose. Siamo stati capaci in questo modo di rivestire con nuovi significati tutte quelle situazioni che sfuggono al nostro controllo: dall’attribuire a una nuova vita la spinta per una riappacificazione familiare, dal convertire questo tempo di “stasi” in occasione propizia per dedicare tempo alle relazioni familiari, ai figli ed anche al rapporto con Dio, al saper distinguere le cose davvero importanti da quelle superflue.
Vorremmo inoltre fare nostre le parole utilizzate dalla presidenza nazionale nella lettera scritta ai carissimi amici preti per rinnovare l’affetto, la stima e la preghiera (ancor più in questo frangente) al nostro assistente don Angelo. Abbiamo fatto scorta di buon olio per le nostre lampade per non farci trovare impreparati alla future sfide che la vita ci porrà innanzi.
di Carmen Loreo