“La carità è magnanima, è benigna la carità, non è invidiosa, la carità non si vanta, non si gonfia.” Cosi san Paolo nella Prima lettera ai Corinzi (1Cor 13, 4- 5). La carità è una catena, possiamo aggiungere, fatta di anelli che si toccano e si agganciano per formare una struttura solida e resistente, per essere forti insieme, è fatta di gesti concreti e immediatamente utili, che a volte vengono da fonti inaspettate, nasce spontanea ed entra nella catena di solidarietà quando non te lo aspetti, ma sempre nel momento opportuno. È quanto è successo di recente proprio qui a Ischia, dove l’emergenza coronavirus non ha fermato l’attività degli operatori della Caritas Diocesana e delle Caritas parrocchiali, sebbene con qualche defezione in alcune parrocchie, dovute alle restrizioni imposte su tutto il territorio nazionale dai recenti decreti governativi a tutela della nostra salute. Sono proprio queste restrizioni, che intendono tutelare la salute del paese, a penalizzare gli indigenti, gli anziani, gli ammalati, che vivono nella solitudine, che si trovano all’improvviso ad essere irraggiungibili. La Caritas Diocesana si sta attivando su numerosi fronti per far arrivare loro il necessario per le esigenze quotidiane: il Banco Alimentare è sempre attivo, anche tra mille difficoltà, e gli operatori continuano a svolgere le consuete attività, non ultima l’accompagnamento di malati oncologici presso il Centro Oncologico di Ischia, ma anche la fornitura di medicinali e spese a domicilio, rispondendo in tal modo anche alle sollecitazioni che di recente sono venute dal direttore della Caritas Italiana, don Antonio Soddu, che in una lettera indirizzata alle Caritas diocesane e in un articolo apparso su Avvenire del 13 marzo scorso ha invitato a non interrompere le attività:
“Per uscire da questa crisi, mettiamo in pratica una nuova fantasia della carità’. Nelle parrocchie e nelle diocesi le attività siano rimodulate in base alle direttive del governo.” – ha detto Soddu «Pur con tutte le cautele del caso e con la prudenza necessaria, senza esporsi ed esporre altri a inutili rischi, è chiaro che non possono venir meno i servizi essenziali a favore dei poveri, quali le mense, gli empori, i dormitori, i centri di ascolto che le Caritas a livello diocesano e parrocchiale assicurano quotidianamente. Tutto questo nel rispetto delle indicazioni e delle misure del Governo di contrasto alla diffusione del virus che la Conferenza episcopale italiana ha fatto proprie, rilanciandole.”
Dunque la Caritas non ha chiuso ed è in attività. Ed è in attività il consolidato rapporto che da tempo si è instaurato tra Caritas Diocesana e la catena di supermercati DOK, di proprietà della Famiglia De Siano, che riforniscono ad ottimo prezzo, ma spesso anche con piccole omaggi, regolarmente la Mensa Diocesana di Forio (attualmente purtroppo in chiusura forzata), ma pure il Banco Alimentare isolano, anche con prodotti freschi, per integrare l’offerta erogata agli assistiti. In questo periodo particolare di privazione e di isolamento si è reso dunque necessario aumentare proprio la richiesta di alimenti. E allora la catena della solidarietà si è messa in moto, spinta dalla certezza che la carità non si può e non si deve fermare. Dobbiamo ringraziare la solerzia di Ciro Spedicati, dipendente dei Supermercati DOK, ma soprattutto attivo nella Parrocchia di Fiaiano il quale, venuto a conoscenza di tali necessità, grazie alla mediazione di Mario Di Sapia della Caritas diocesana, e di Anna Iacono, sotto la supervisione di Luisa Pilato, se la richiesta è arrivata fino a Michele De Siano il quale non ci ha pensato un attimo, e ha risposto con una generosa donazione di diverse pedane di prodotti alimentari, soprattutto quelli che di solito il banco alimentare non è in grado di offrire. Come scritto in apertura, la carità è una catena di persone che si agganciano tra loro in modo spontaneo e incredibilmente funzionale, in grado di creare e generare atti concreti. Il passaparola e la generosità hanno creato solidarietà. Ma è necessario, affinché gli anelli si intreccino tra loro, che essi stessi siano aperti, che il loro cuore sia bendisposto e accogliente, soprattutto se cresciuto in ambiente ispirato dall’amore. È quanto è successo in questo caso. Una catena di buon cuore e disponibilità. Ringraziamo dunque Michele De Siano e la sua famiglia per la generosità e la tempestività con la quale hanno operato, nella speranza che questo gesto possa essere di esempio e faccia aprire altri cuori alla carità.
di Anna Di Meglio