Centro d’ascolto chiuso ma telefono sempre attivo. E più “caldo” che mai. Disponibilità a 360 gradi e forte impegno nei confronti della cittadinanza hanno caratterizzato, nel periodo Covid, le attività della Caritas parrocchiale di Mombretto di Mediglia, con sede in via Pinturicchio (inaugurata a metà 2019 grazie a 20mila euro raccolti tra 8 per mille e offerte quaresimali). Sabato il centro riaprirà i battenti dopo mesi di chiusura forzata.
«Seguiamo storicamente una quarantina di famiglie con il pacco mensile alimentare, sostenuto dal banco alimentare. Durante il lockdown abbiamo dovuto naturalmente chiudere la struttura, ma il nostro numero di telefono è rimasto sempre attivo, pronto a ricevere un aumento delle richieste, che sono state principalmente di aiuto alimentare» spiega la responsabile Lia Amatulli. Nuovi contatti provenienti da famiglie che in piena emergenza si sono trovate senza lavoro, nell’impossibilità di far fronte alle esigenze del nucleo. Tirando le somme, «le famiglie seguite con il pacco alimentare sono aumentate fino ad arrivare a 47».
Degno di nota è il fatto che «i casi che si sono aggiunti in periodo di lockdown hanno chiesto un supporto che poi si è concluso quando è terminata la fase più dura. Hanno ripreso a lavorare e il rapporto si è concluso», spiega Amatulli, che fa presente come siano arrivate anche alcune richieste per impossibilità di saldare delle bollette. Richieste che la Caritas di Mediglia tradizionalmente gira a Siloe, il servizio dell’arcidiocesi di Milano gestito da Caritas ambrosiana che si fa carico dei percorsi di sostegno economico.
Ora, come anticipato, è tempo di riattivare il servizio anche in forma fisica, nel rispetto delle normative Covid. Sabato il centro d’ascolto riprende le attività, caratterizzate da due mezze giornate di apertura settimanali (sabato dalle 9.30 alle 11.30 e mercoledì dalle 16.30 alle 18, previo appuntamento al 345-7579110). Superata l’“anticamera” del centro d’ascolto, le richieste vengono indirizzate dai volontari (una decina, tutti di Mombretto) allo sportello lavoro o a quello incaricato di distribuzione alimenti e indumenti. Certo, resterà il ricordo di un periodo del tutto sui generis, in cui «abbiamo dovuto muoverci noi per portare i pacchi agli assistiti, che di solito vengono personalmente a ritirarli. Naturalmente la consegna avveniva sull’uscio, con tutte le accortezze – sempre Amatulli -. È stato importante essere sempre disponibili, a 360 gradi. Un giorno ci è arrivata una donazione improvvisa di latte, e siamo partiti in due a consegnarlo subito, prima che scadesse». Durante il periodo di difficoltà qualcuno si è messo la mano sul cuore: «È capitato che qualche famiglia benestante del territorio prendesse l’iniziativa, portandoci una spesa da donare ai più bisognosi». E ora? «Ora purtroppo ci aspettiamo che arrivino domande di lavoro. Qualcuna è già arrivata, ma d’altro canto abbiamo ricevuto anche delle offerte d’impiego».